Né di destra, né di sinistra: di destra

Non è una vergogna. La destra è sempre esistita, sempre esisterà e non ne contesto la sua degna importanza culturale. Solo che ultimamente si fa chiamare in altri modi, tipo “le ideologie sono morte”, “sono tutti uguali”, “io voto la persona”.

Come riconoscervi con dei semplici passi.

Se pensi che uno spermatozoo vada protetto ma che un bimbo perché povero e non italiano possa stare in mezzo al mare per due giorni, sei di destra.

Se i problemi dell’Italia sono i troppi migranti, sei di destra. E se qualcuno vi chiede di considerare le condizioni in cui erano prima di partire, in cui hanno affrontato un viaggio della speranza, in cui sono stati accolti, in cui vivono, in cui lavorano e rispondete con del “benaltrismo”, sei di destra.

Se provi ad usare la forza ancor prima delle parole e se pensi che la Spagna abbia offerto il proprio aiuto perché il Ministro dell’interno “ha fatto la voce grossa” e non perché il Governo Sanchéz sia di sinistra, sei di destra.

Se hai votato un partito non di sinistra solo perché non provavi simpatia per il PD, non lo condivido ma ammetto la possibilità dell’evento. Se non te ne sei ancora pentito, sei di destra retroattivamente e non lo sapevi.

Tutto ciò non significa che quello che viviamo oggi sia giusto, che sia accettabile il comportamento degli altri Stati e degli altri Stati facenti parte dell’Unione Europea, di chi lucra su migranti in Italia e Nordafrica. Voi volete risolvere il problema a destra, siete di destra e non è grave. Ma siete di destra. Voi siete di destra ed io non lo sono, sono di sinistra.

Ho molta più paura degli italiani che di quei 629 migranti

Di fronte all’ipocrisia di un paese che si definisce cattolico, che si batte per il presepe ed il crocifisso, io ho paura. Radici che la destra vorrebbe fossero anche dell’Europa perché insite nella propria storia, dimenticando le invasioni, i saccheggi e lo sfruttamento che le sue nazioni fondanti hanno perpetrato nei secoli all’Africa. Ma ho paura anche di tutti quegli Stati che ci guardano inermi e  godendo a loro insaputa del plauso degli italiani che vorrebbero un’Italia che si comportasse come loro. Ecco, se l’Italia che dice no è razzista, gli altri Stati che ci girano le spalle sono disumani.

Ho paura anche di questo Governo, del Ministro Salvini, che usa la forza e le forzature ancor prima delle parole e della diplomazia, del Ministro Di Maio, che (spazio lasciato appositamente vuoto), del Presidente Prof. Conte, che si gode solo gli onori della carica e non gli oneri: né di destra, né di sinistra vuol dire destra.

Ma ho molta più paura degli italiani che di quei 629 migranti. Sbizzarritevi pure, chiedendovi però un po’ più di originalità rispetto ad “allora li portiamo a casa tua”: casa mia è questo Stato e questo Stato deve trovare una soluzione diplomatica senza giocare con la pelle degli esseri umani.

Da “non moriremo democristiani” al governo con la Lega

Quanti ne ho sentiti, dalla nascita del PD al governo Letta, dire e abbandonare il partito perché non volevano morire democristiani. E penso che avessero anche ragione perché l’idea della nascita di un polo forte a sinistra del PD mi ha sempre interessato. Ma lo sgretolamento del PD verso quelle posizioni, tipo Sinistra Arcobaleno-SEL-LEU (scusandomi se ho tralasciato qualche altro progetto durato poco più di qualche mese) non è mai riuscito ad esser punto di riferimento per quell’area. Neanche questa volta.

Vedo già qualche irriducibile digitare sulla tastiera “e allora Renzi?”. So bene che le “colpe” del successo delle forze populiste e reazionarie non sono solo lì anzi, penso che gli errori siano di un’intera area culturale, basti pensare alle discriminazioni razziali di oggi, al revisionismo storico in atto, a quanto succederà in tema di diritti civili.

Ma oggi mi trovo di fronte molti di quelli che una volta chiamavo Compagni che non volevano morire democristiani che governano con la Salvini, Centinaio e Fontana. Mi verranno a raccontare che la Lega non è di destra e che la colpa è di Renzi che ha distrutto il partito. Avessero almeno avuto le palle di votare per qualcosa o per qualcuno anziché contro qualcosa o contro qualcuno, quantomeno li rispetterei.

Parlamento, specchio del paese

Sono 40 anni dal rapimento di Aldo Moro. Sui giornali si ripercorre la storia di quei momenti drammatici sia per lo Stato che per le famiglie delle persone purtroppo uccise e nelle immagini e tra le parole, si percepisce la statura morale dei politici dell’epoca, una grandezza che non può esser ricondotta solo “alla storicizzazione” dei personaggi. Perché si sa, quando si guarda indietro, la storia rende tutto un po’ più affascinante ma dietro ogni scelta di quelle persone si vedeva passione, lungimiranza e sofferenza.

Oggi siamo persone più informate, più competenti, più veloci rispetto a mezzo secolo fa. Ma a cosa sia servito, ogni tanto me lo domando, questa bulimia di informazioni che ci offusca la mente tanto da non discernere il vero dal falso, il serio da faceto sino, talvolta, a veicolare voci di popolo come pietre miliari della scienza. Forse non tutti siamo fatti per gestire tutte queste informazioni, come se il nostro cervello non avesse spazio e per, esigenze interne, ci obbligasse a fermarci, ad esempio, alla lettura del solo titolo di un articolo o all’associazione di idee che ci da un’immagine e la sua didascalia.

La verità è che non è peggiorata la classe politica, ma che questa si è limitata a rimanere al passo della gente.

PD is the new Nazionale di calcio

È inutile fare un congresso od un dibattito, le posizioni che il PD dovrebbe assumere le troviamo sugli stati da facebook di chi ha campato a colpi di bufale. Ma non solo, ci sono anche quelli che, troppo di sinistra per stare nel PD, puntualmente sorpassano a destra con nuove posizioni di responsabilità. E non ci scordiamo dei vecchi detrattori de “Il fatto quotidiano”, passati puntualmente ad assidui lettori grazie ad un solenne articolo dal titolo “Gli elettori del PD vogliono il Governo M5S”, guarda caso.

Tutti odiano il PD, tutti disprezzano Renzi, tutti incolpano il Governo ma tutti hanno un’opinione, se non una pretesa, sul comportamento del PD in questa fase. Insomma come durante i mondiali, siamo tutti allenatori della Nazionale. Poi per il tempo restante, ognuno torni pure a tifare le proprie squadre.

Naturalmente, “condividi se sei indignato!1!”.